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      Ma Platone nel suo Timeo disse, lui esser lume. Egli è vero, che Aristotele tenendo una strada di mezo stimò, che'l colore fosse termino di corpo, non di quella parte, da cui è contenuto esso corpo, che questo sarebbe superficie: come voglion i Pithagorici: ma della lucentezza, ne però non terminata; che cio sarebbe lume, come piacque a Platone. Colore adunque è termino & estremità di lucido e terminato corpo. Ma affine, che questa diffinition sia piu chiara, è mistiero di dichiarar tutti i suoi nomi, per poter venir pienamente alla vera cognitione. Onde quello intendiamo corpo naturale; il quale riceve i colori, gli odori, e tutte cosi fatte cose, che cadono sotto l'occhio, e l'odorato. Ma ponendo i Filosofi cinque corpi naturali, il cielo, i quattro elementi, gli animali, le piante, & i metalli: i quali, come quelli che sono creati da essi elementi, in molte qualità seguono le nature loro: prima si leva il cielo da cosi fatto ordine di corpi; non essendo esso partecipe di alcun colore; ma essendo solamente lucido e diafano (cioè trasparente) da quella parte, che esso non n'è stellato. Ma la macchia, o diciam offuscation della Luna, non è altro, che la privation del Sole.
     
      MAR. Questa diffinitione è bella e sottile.
     
      COR. In cotal guisa il Sole è detto bianco, perche è luminoso: overo giallo o di color d'oro; perche le piu volte a noi cosi apparisce per cagion de i vapori, i quali appresentano agli occhi questo colore. Oltre a ciò tutti gli elementi sono detti bianchi: ancora che tre questo nome ottenerono per essere eglino luminosi: e la terra è detta opaca, perche niun colore prenda per sua natura.


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Dialogo dei colori
di Lodovico Dolce
1565 pagine 133

   





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