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      Cosi il fuoco divien giallo per la materia straniera, che si mescola con esso lui: che, se'l fumo è sottile e puro; ne apparisce la fiamma biancheggiante. È nondimeno differenza fra la bianchezza del Sole, e degli elementi. Percioche il Sole è sempre lucido; ma gli elementi si veggono ora lucidi, e quando oscuri; e prendono dal Sole e dal fuoco la bianchezza. Ma con tutto cio sono essi materia del lume. Onde l'aria e l'acqua son dette lucidi e da Greci diafani; cioè trasparenti. E che'l colore del fuoco sia lume in materia straniera, da questo si comprende: che di notte e di giorno si vede. La notte, perche esso è luminoso: il giorno; perche è giallo. La terra è tenebrosa, come s'è detto, e non diafana; cioè trasparente; anzi vieta ella la lucidezza; ma essendo naturalmente priva di colore, si colorisce, e quando è mescolata, è purgata dal fuoco, divien bianca. È ella adunque opaca; ma non trasparente. Ci sono finalmente colori nelle cose miste: come ne gli animali, nelle piante, e ne i metalli.
     
      MAR. Basti insino a qui haver detto del corpo. Seguita a dire del lucido.
     
      COR. Io non voglio proceder tanto filosoficamente, ricercando ogni minutezza. Ma stimo, che insino a qui hai inteso quello, che è colore, che'l resto, che io mi haveva proposto di dire, fornirò in poche parole.
     
      MAR. Cosi è.
     
      COR. Sappi adunque che da Aristotele si pongono due colori, i quali da lui son chiamati (come nel vero si vede essere) estremi: cioè il bianco, e il nero. Mezani tra questi ne pone cinque; i quali partecipano della natura degli estremi.


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Dialogo dei colori
di Lodovico Dolce
1565 pagine 133

   





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