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      E questi sono il violato, il croceo, che è il giallo, il vermiglio, il purpureo, che noi diremmo purpurino, & il verde. Cosi sette saranno le specie, o diciamo maniere de i colori. E perche niuna cosa si puo vedere senza luce, o lume, dirò intorno a cio alcune parole, che saranno a punto pieno lume alla diffinitione, che s'è fatta.
     
      MAR. Questo mi sodisferà assai.
     
      COR. Lume (come dice Aristotele) è visibile qualità; la quale riceve il corpo opaco; cioè ombroso; illuminato da corpo lucido per il suo mezo Luce è atto (o diciamo effetto) di corpo lucido, in quanto ella è luce. E questa qualità è data solamente a i corpi lucidi subito dalla loro primiera creatione senza alcuna mescolanza di elemento. Percioche quasi tutti i corpi semplici sono lucidissimi; come il Sole o la LuNa, e le stelle, per loro natura risplendono. Onde ne segue, che per vedere i colori si ricerchi il mezo e il lume. Il che si ricerca per il mezo e non per essi colori. Percioche la cosa, che non si puo vedere; se non per via di mezo; ricerca esso mezo e il lume. E tale cosa è il colore. Che esso ricerchi il mezo, è manifesto: perche il sensibile posto sopra il senso non fa l'effetto suo. Come si comprende da questo esempio; che come che l'occhio sia l'instrumento del vedere, ponendosi sopra di quello alcun colore, il colore non puo esser veduto. Ricercasi adunque un mezo proportionato; che è lo spatio tra il colore e la vista. L'aere adunque è mezo dei tre sensi; cioè del vedere, dell'udire e dell'odorare. E de glialtri due (che sono il gusto e il tatto) è il nervo, overo la pelle di sopra.


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Dialogo dei colori
di Lodovico Dolce
1565 pagine 133

   





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