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      MAR. E cio anco non poco m'è dilettato.
     
      COR. Hora per discorrer generalmente, quasi come Epilogo, in questa materia, dico che la varietà è propria de' colori. Onde si tesse Vesta di vari colori, la quale hoggidì è detta divisa. Cosi dirassi Cavallo vario quello, che sia ne tutto bianco, ne tutto nero; ma di questi e d'altri colori distinto: cosi vario Cielo, di cui alcune parte serene rilucono, & alcune sono nubilose & oscure. Et anco i Poeti per la conformità e vicinanza prenderanno un colore per un altro. Come Virgilio disse gli occhi di Minerva Flavi in iscambio di Glauci per dimostrar, che ne gli occhi di questa vi fosse venustà e gratia: come il medesimo parimente discrisse la vesta del Tebro; di cui disse altrove l'acqua esser Flava, di color Glauco: percioche fra questi due colori v'è somiglianza, e quasi vicinanza. E come s'è detto, il bianco si riceve per pallido, e'l Ceruleo per colore, che tira al Verde, e per quello, che anco si accosta al Nero. Et vicendevolmente cedono l'uno all'altro. Ma di tutti sono i piu contrari, & estremi, come s'è detto, il bianco e il nero, onde disse colui.
      Il gran contrario, ch'è tra il bianco e'l nero.
      Di qui non è alcuna cosa, che tanto apparisca, quanto fa nella bianca carta l'inchiostro. Usavano gli antichi (il che anco hoggidì si serba) fare il Titolo de i libri di color Pavonazzo come de i fenici; i quali dicono essere stati inventori delle lettere. Sono etiandio alcuni colori, chiamati incerti, percioche ingannano gliocchi de' riguardanti; come è la splendidezza e politezza del cielo.


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Dialogo dei colori
di Lodovico Dolce
1565 pagine 133

   





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