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      E dicono; che gli antichi Sacerdoti Romani offerendo le facelle sopra gli altari a gli Dei, nella guisa, che noi sopra i nostri adoperiamo le candele, ponevano la parte secca di quelle in un legno verde, il quale serviva in vece di sostegno e di Candeliere. Et è da sapere che'l color verde degli arbori è quello, che noi addimandiamo verde oscuro. Onde, quando aveniva, che que' lumi essendo del tutto confirmati dal fuoco, in guisa, che erano già pervenuti al calce del verde troncone, non rimaneva piu cosa alcuna da essere abbruciata. I loro successori furono poco da i medesimi differenti; i quali in honor degli Dei accendevano, come facciamo noi al vero DIO & a Santi, cere: l'ultima parte delle quali dipingevano di color verde, il quale verde è quello, che i Dipintori addimandano verde rame.
     
      MAR. E per quale cagione ciò facevano?
     
      COR. Per due mi credo io. L'una, perche si rappresentava il colore d'un ramo, o d'una fronde verde: e l'altra, perche lo ponevano in vece del verde troncone, che sosteneva le faci, che ardevano. Vedesi ancora, che il Petrarca intese il verde per questo medesimo mancamento, ch'io dico: quando in quel bellissimo Sonetto:
      Già fiammeggiava l'amorosa stellaPer l'Oriente, e l'altra, che Giunone
      Suol far gelosa, nel Settentrione
      Ruotava i raggi suoi lucente e bella:
      disse:
      Quando mia speme gia condotta al verde:
      cioè, quando la mia speme venuta a nulla; ancora che alcuni questo luogo ispongano altrimenti.
     
      MAR. Per certo questa tua spositione non mi spiace.
     
      COR. Di qui è nato un proverbio fra volgari; che, quando vogliono dimostrar, che alcuno sia in estrema miseria caduto, dicono, lui esser giunto al verde: come io gia volli accennare in questo terzetto fatto al costume Bernesco.


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Dialogo dei colori
di Lodovico Dolce
1565 pagine 133

   





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