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      Lo scorpione, animale di tanto veleno, esso ancora è nero. E nero si dipinge il Diavolo. Cosi veggiamo, che alla tempesta si sacrificavano bestie nere, come cosa tristissima a cosa tristissima convenevole. Onde disse Virgilio.
      Una pecora nera a la tempestaE cosi Ovidio nelle Trasformazioni. E se bene il Sannazaro lasciò scritto nelle sue volgari Egloghe,
      Un'agna dare a te de le mie pecore,
      Una a la Tempesta, che'l ciel non mutici:
      Non è, che egli intendesse una nera. Parimente Virgilio volendo dimostrar il cielo turbato, disse, il cielo piu nero, che pece. Terentio similmente haveva il can nero di pessimo augurio. Cosi agli Dei Infernali si sacrificavano animali neri: e i malvagi amano le tenebre: come ricettacolo & asilo loro. La notte è cagione a pazzi di libertà far gran pazzie. Quando e si vuole schernire i pazzi, si tinge loro il volto di color nero. I Persi vestivano i loro buffoni e pazzi, i quali offendevano ciascuno, che incontravano, di cosi fatto colore, accioche e' fossero conosciuti e schifati. Onde i Romani i crudeli e malvagi dimandavano neri, dicendo: costui è nero: fuggilo. Cicerone oppose a Verre la vesta nera per cosa sconvenevole. Non solo Catullo, Horatio, e Quintiliano, ma San Girolamo ancora, quando dicono non sapere, se alcuno è bianco, o nero, vogliono significare o buono o cattivo. Ovidio ancora per cattivo augurio mostrò di prendere tal colore, quando esso disse nelle sue maladittioni,
      E copran nostri corpi nere vesti.
      Il medesimo anco disse:
      E tesseo con nimica horrida mano


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Dialogo dei colori
di Lodovico Dolce
1565 pagine 133

   





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