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      Come che io soglia rispondere, che è bello, quel, ch'è bello: percioche come puo essere, che alcuna cosa bella, non sia bella: ma quel, che piace, molto piu.
     
      COR. Dico adunque, che volendo l'huomo accoppiare insieme colori, che all'occhio dilettino; non havendo rispetto al significato; ma alla convenevolezza di essi colori, porrà insieme il berettino col leonato, il verde giallo secondo il vero nome con l'incarnato e rosso: il Turchino con l'Arangio: il morello col verde oscuro, il nero col bianco, & il bianco con l'incarnato. E se piu, chi due, o tre, o quattro ne porrà insieme, dee guardare di piacere all'occhio. Alla qual cosa non haverà riguardo, che verrà con colori a dilettar ne se, ne altrui: ma isprimere il suo concetto: come si vede in alcune sopraveste discritte dall'Ariosto. Ma invero la varietà de' colori di molte sorti usata da che che sia in un solo habito, dinota una mente molto bizzarra, e piena di vari appetiti. E se mi opponesti, che nel salmo si legge circumamicta varietate; cioè lieta e vestita di varietà: la varietà s'intende ivi, come ispongono gl'interprete: delle membra, cioè, che al capo & alle braccia, e cosi di membro in membro si diano gli habiti convenevoli: come disiamo noi la berretta al capo; e cosi del rimanente. Ma stimo, che non meriti lode colui, che affetta le foggie de gli habiti forastieri e parlo non tanto de' colori, quanto del modo del vestire, il quale hoggidì in Italia non è Italiano: percioche, quando si fanno i panni alla Francese, quando alla Spagnuola, quando alla Tedesca, e quando al modo di una natione, e quando d'altra.


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Dialogo dei colori
di Lodovico Dolce
1565 pagine 133

   





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