Pagina (73/133)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Il verde Egitto per la negra arena,
      Ma piu per quei, che l'adornar d'ingegno.
      Di qui Virgilio discrivendo nell'ottavo, come il figliuolo di Evandro levò la mattina di letto per tempo, dice, che l'accompagnavano due cani, a guisa di guardiani. I versi sono tali.
      Nec non & gemini custodes limine ab altoProcedunt, gressumque; canes comitantur herilem.
      E l'Ariosto chiamò il can fido compagno. Sono adunque fedeli i cania i signori loro, ma sono anche adulatori; perche, se bene hanno delle percosse, non restano di accarezzargli, e di far loro vezzi. Potrebbe adunque chi mandasse a donare un di questi animali, significherebbe l'un effetto, e l'altro.
     
      MAR. Io non credo, che l'adulatione si convenga al cane: percioche egli accarezza il suo padrone per l'amor, che esso gli porta, come conoscendo per istinto naturale, che da lui riceve il suo vivere: e soffre anco delle botte, perche ei fa l'obligo, che gli tiene; e che'l padrone non lo batte, perche gli voglia male, ma per castigarlo. Ma chi mandasse un Armelino?
     
      COR. È nel vero gran cosa, che questo bianco e puro animale, ama tanto la sua mondezza; che, quando da cacciatori gli vien posto innanzi il fango, piu tosto si lascia pigliare, che imbrattarsi in quello. Onde gli fu fatto questo motto. MALO MORI, QUAM FOEDARI. Di qui il Petrarca la insegna della castità volle, che contenese un'ermellino. Disse adunque:
      Era la lor vitoriosa insegnaIn campo verde un candido Armellino,
      Ch'oro fino e Topati al collo tegna.
      Et il Bembo nella sua ballata.
      Caro Armelin, ch'innocente si giace,


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Dialogo dei colori
di Lodovico Dolce
1565 pagine 133

   





Egitto Virgilio Evandro Ariosto Armelino Petrarca Armellino Topati Bembo Armelin