Ne sono molti anni, che fu trovato cavando nelle vigne di Roma un Satiro con un fanciullo di bronzo antichissimo, e fatto con tanto artificio e perfettione, che molti Poeti l'honorarono con i versi loro.
MAR. E chi mandasse uno Apollo, che scorticasse Marsia?
COR. Per Marsia si dinota la temerità. Percioche fu temerario colui a provocar un Dio a cantare, o à sonar seco: e meritò, che gli avenisse quel fine, che gli avenne; che fu l'esser iscorticato: come questi giorni adietro vedemmo questa favola espressa notabilmente in una pittura di Antonio da Correggio.
MAR. Chi mandasse a donare un Saturno?
COR. Dicono i Poeti, che Saturno divorò tutti i suoi figliuoli, eccetto Giove, che gli fu rubato. Il qual Saturno è posto per il tempo, che tutte le nascenti cose consuma e non solamente le cose, ma la Gloria e la Fama de' mortali. Onde disse il Petrarca:
E vidi il tempo rimenar tal predeDe' vostri nomi, ch'io gli hebbi per nulla:
Benche la gente ciò non fa, ne crede,
Cieca che sol di vento si trastulla,
E pur di false opinion si pasce,
Lodando piu'l morir vecchio, che in culla.
Et in fine,
Così'l tempo trionfa i nomi e'l mondo.
Potrebbe adunque questo dono significar la crudeltà, in quanto al mangiare de' figliuoli, e in quanto al consumar delle create cose la fragilità e mortalità humana.
MAR. E chi mandasse a donar un Giove?
COR. In quanto Giove fu serbato dalla voracità di Saturno, cioè del tempo, potrebbe significar l'anima che si rimane sempiterna & immortale. Et in quanto alla persona di Giove, dinoterebbe Signoria, & anco Liberalità e Magnificenza.
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