COR. Di questo rimetto il ragionare ad altri. Ma ne sceglierò solo tre eccellentissimi personaggi a dì nostri. Carlo Quinto, Francesco Re di Francia, e'l figliuolo Henrico.
MAR. O quanto mi duole de i disturbi e danni, che dopo la compassionevole morte di questo Re ha patito quel regno: e quanto mi rallegro della vittoria, che hanno poco fa havuto i Catholici de gli Heretici Ugonotti.
COR. Sappi Mario mio, che IDDIO è per il suo popolo.
MAR. De Pittori?
COR. Ti potrei dir di molti: ma ti dirò de i piu eccellenti. Questi sono, Michel'Agnolo, Rafaello d'Urbino, Titiano, Giorgio da Castelfranco, Antonio da Correggio, il Parmegianino, il Pordonone, e simili. Tornando alla Musica, ella è tale.
MAR. Chi mandasse a donare un Flauto?
COR. Sarebbe la medesima cosa: e'l Flauto è nel vero instrumento di dolce harmonia, ma ha mistiero di esser accompagnato con altri. Onde parrebbe, esser che colui, a cui si mandasse, fosse bene galant'huomo ma avesse bisogno dell'altrui aiuto.
MAR. Chi mandasse alcuno de' segni celesti; come segni pure del cielo: come uno Ariete?
COR. Verrebbe a significare, che colui, a cui lo mandasse, fosse tale, quale è la influenza di quel segno, in guisa tale, che s'esso gli mandasse lo Scorpione, significherebbe, ch'ei fosse cattivo huomo. Discrisse bene e gentilmente le buone qualità delle costellazioni e de gli aspetti del cielo il Petrarca in questi versi.
Il dì, che costei nacque, eran le stelle,
Che producon fra noi felici effetti,
In luoghi alti & eletti,
L'una ver l'altra con Amor converse.
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