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      De le quai grida ogni famosa historia?
      Direi adunque, che egli dinotasse, che colui, a cui questo libro si mandasse, fosse huom sincero e da bene, overo, ch'egli significasse, o ammonisse, ch'ei ci dovesse essere.
     
      MAR. Chi mandasse un Giuvenale?
     
      COR. Costui fu scrittore di Satire, e riprese i vitij: come favellando della Castità, disseCredo pudicitiam Saturno Rege moratam
      In terris, visaque; diu, cum frigidas parvasPræberet spelunca domos, ignemque; latemque;
      Et pecus et dominos comuni clauderet umbracioè
      Credo la Castitade havesse albergoNel mondo alhor, che vi reggea Saturno,
      E vi fu vista lungamente, quandoErane case le spelunche fredde;
      E con una stess'ombra vi chiudeanoI fuochi, il gregge, & i padroni insieme.
      L'Ariosto anco a i nostri tempi fu buonissimo scrittore di Satire; e morde molto bene ridendo i vitij: come dolendosi delle vane cerimonie de' nostri tempi, introdottevi per la maggior parte da Spagnuoli, scriveSignor dirò, non s'usa piu fratello,
      Poi che la vile adulation Spagnuola
      Posto ha la Signoria fin in bordello.
      Mandando adunque un siffatto libro, si verrebbe a dimostrar, colui haver di bisogno di correttione, & essere huomo di cattiva vita.
     
      MAR. Chi mandasse un Plinio?
     
      COR. Plinio scrive la historia naturale delle cose del mondo. Nella quale fu accuratissimo: ma non cosi nel morire. Onde disse il Petrarca:
      Quel Plinio Veronese suo vicinoA scriver molto, a morir poco accorto.
     
      MAR. Maravigliomi, che'l Petrarca stimò Plinio Veronese, essendo egli stato Comasco.
     
      COR. Cio non importa, ne l'ho cosi per definita.


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Dialogo dei colori
di Lodovico Dolce
1565 pagine 133

   





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