MAR. Piacemi questo poco in generale.
COR. Dice adunque, che lo specchio, il quale gli era fedele, cioè gli rappresentava la sua immagine fedelmente, insieme col suo animo, che era hoggimai stanco, e con la scorza cangiata, cioè il corpo, ch'è il vasello e la scorza di esso animo, ch'era cangiato, cioè divenuto pallido e canuto, e parimente la sua forza e destrezza, che era in lui scemata; lo ammoniva, che egli non si nascondesse piu percioche era divenuto hoggimai vecchio nella guisa che dice in quel verso,
Gia fu per l'Alpi neva d'ognintorno.
Rende dipoi la ragione, perche non si dovesse piu nascondere, essendo divenuto vecchio: che era meglio a obedir alla natura, percioche volendo seco contendere il tempo dipoi sforza ad obedire. Il che dice in questi due versi:
Obedir a natura in tutto è meglio,
Ch'a contender con lei il tempo ne sforza.
I quali adduco, perche alcuni lor danno questo senso, è meglio obedire a la natura, che contender seco in guisa, che fanno la particella che il quàm congiuntione latina, ponendo il punto dopo il seco. E non si aveggono, che intricano la purità del significato, dovendosi pigliar la che in vece di perche, & non fare alcun punto, ne partimento fra il verso.
MAR. Questo è verissimo.
COR. Aggiunge poscia, che egli a quel conforto si risveglia dal sonno con quella prestezza, che l'acqua ammorza il fuoco. Et essendo in cotal modo risvegliato, si avedeva, che la nostra vita volava, e morto, che è l'huomo, non ritorna, onde era convenevole, che pensasse hoggimai, e si accomodasse alla partita.
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Alpi
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