E passai le Sirene in sordo legno,
Com'huom, che par, ch'ascolti, e nulla intende.
COR. E nel vero vaghissimo questo Sonetto: ma stimo, che a lui paresse alquanto basso. Onde poi ne fece questo:
L'ardente nodo, ov'io fui d'hora in horaContando anni vent'uno interi, preso,
Morte disciolse, ne giamai tal pesoProvai; ne credo, c'huom per dolor mora.
Non volendomi Amor perder ancora,
Hebbe un altro lacciuol fra l'herba teso,
E di nov'esca un altro fuoco acceso,
Tal, ch'a gran pena indi scampato fora.
E, se non fosse esperientia moltaDe' primi affanni, io sarei preso & arso,
Tanto piu, quanto son men verde legno.
Morte m'ha liberato un'altra volta,
E'l laccio sciolto, e'l foco ha spento e sparso,
Contra la qual non val forza, ne ingegno.
Io per me certo non ci saprei far distintione: se non che oltre, che questo ha piu gravità, viene anco su alcuni particolari.
MAR. Chi mandasse una carta da navigare?
COR. La carta da navigare insieme col bossolo, che con la virtù della calamita dimostra la Tramontana, fa al navigante apparir dipinto tutto il viaggio, ch'esso ha da fare, e gli fa vedere anco gli scogli, che ha da sfuggire. Onde direi, che questa significasse, che l'huomo dovesse molto ben considerar la via, che egli ha da tenere nel camino di questa vita, che hora è affigurata per un mare, e'l nostro corpo per una nave. Onde disse'l Petrarca.
Passa la nave mia carca d'oblioPer aspro mare a mezanotte il verno
In fra Scilla e Cariddi, & al governoSiede il nocchiero, anzi'l nemico mio.
Et il Bembo:
Tu prima ne mandasti
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