A cui le gratie di Venere diedero bellissima forma, e Pallade ammaestrò in tutte le arti. A pena l'età mia haveva veduto venti anni, quando i Fati invidiosi mi posero le mani a dosso. Ne mi dolgo esser morta per cagion mia: ma la morte mi è aspra per la doglia, che io so che riceve il mio Consorte Achimeto.
MAR. Parole compassionevoli & affettuose, e proprio da moglie. Dirò la risposta del marito.
Sit tibi terra levis, mulier dignissima vita,
Quæque tuis olim perfruerere bonis:
Si pensare animas sineret crudelia fata,
Et posset redemi morte aliena salus:
Quantulacunque meæ debentur tempora vitaPensarem pro te chara Homonea libens.
At nunc quod possum, fugiam lucemque deosqueUt te matura per Styga morte sequar.
COR. Prega il marito in questi versi, che la terra della sepoltura della moglie le sia leggiera: e le dice, che essendo ella per le sue bellezze per le sue virtu stata degna di lunga vita, e di fruir lungamente i suoi beni, se egli potesse riscattar la sua vita con la sua morte, che cio i crudeli Fati permettessero, ch'egli volentieri lo farrebbe. Ma che non potendo far questo, non resterà però di morire per seguitarla tosto, ove ella è andata.
MAR. Dirò gli altri versi; ne i quali Homonea gli risponde
Parce tua coniux fletu quassare iuventam,
Fataque mœrendo solicitare mea.
Nil possunt lachrimæ, nec possunt fata moveri:
Viximus. Hic omnes exitus unus habet.
Parce, ita non umquam talem experiare dolorem,
Et faveant votis numina cuncta tuis.
Quod mihi præripuit mors immatura iuventam,
Id tibi victuro proroget alterius.
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Venere Pallade Fati Consorte Achimeto Homonea Styga Fati Homonea
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