III.
     
      Senonchè, le frontiere tra la mediocrità e il cretinismo, come tra questo e la folĺa e tra la folĺa e il genio, non sono coś precise e distinte da ṭgliere ogni peŕcolo di sconfinamento a chi volesse esclusivamente occuparsi dell'uno o dell'altro tema. È quindi probàbile che, tra i bozzetti che abbiamo sommariamente citati, qualcuno non appartenga veramente alla classe in cui lo si colloc̣; come è possibile che al nostro occhio di dilettante ne sia taluno sfuggito i cui pazzeschi caràtteri, quantunque meno appariscenti degli altri, sarèbbero di non minore importanza e forse più degni di nota. Disgraziatamente, il rimedio non è più in nostro potere; e peṛ bisogna che il caro lettore si accontenti con noi di fermare la sua attenzione - màssime per quanto riguarda la forma, i śmboli e il commento che li costitúscono - sovra i progetti più spiccatamente matṭidi che or passeremo in rassegna.
     
      Il primo posto va serbato alla scienza. Essa è rappresentata dal n. 86 (Ove speme di gloria agli animosi - intelletti rifulga ed all'Italia - quinci trarrem gli auspici) cioè da un professore di matemàtica nel R. Licèo Virgilio di Màntova, certo dott. Giuseppe Tezza. I monumenti destinati a vivere i sècoli - scrive egli - dèbbono essere robusti, grandiosi per mole, sorprendenti per l'ordine. Per conseguenza, il suo monumento è d'̣rdine toscano benchè possa èssere effettuato anche in qualśasi altro ̣rdine. Si compone di una colonna attorniata da quattro obelischi, da quattro scalinate, e da quattro triàngoli circondati, ciascuno, da ḍdici agugliette; in complesso, quarant'otto per qualità. Tutto spira matemàtica e simetŕa. Sulle agugliette poggeranno i busti, sulle colonnine le statue dei grandi italiani.