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      - La figura principale del monumento è naturalmente quella di Vittorio Emanuele. Il Re, in mezzo a un loggiato dal quale si scende per due gradinate semicircolari, è in atto di chiùdere la Divina Commedia e di prendere una grande risoluzione, proferendo una lunga filastrocca che si trova consegnata nel manoscritto esplicativo e che comincia: Sì, pòvera patria mia, tuttora tu duri frantumata... ecc. - Quanto non è grande il pensiero dell'artista! - soggiunge con convinzione l'artista stesso.
      Segue poi una minuta descrizione di tutte le statue e gruppi e basso-rilievi che attòrniano il simulacro del Re, e fra i nomi degli uòmini cèlebri che vi s'incòntrano, si lèggono quelli di Cavour, Ricàsoli, Galilèo, Colombo, Crispi, Bertani, misti agli altri di Montezèmolo, Pianciani, ecc. Ventidue basi sono poi destinate alle statue di altrettanti ufficiali di grado superiore.
      Nòtisi che il monumento offre qua e là degli spiazzi da coltivarsi a giardino, nonchè quattro cafeaus, i quali, per il concetto polìtico-militare dell'autore, hanno all'esterno apparenza di alloggiamenti militari, ed all'interno sèrvono per alloggiarvi la guardia che deve montare al monumento o per altri usi.
      Ma il monumento è un nulla in confronto della soddisfazione che sente per le sue belle pensate il coscienzioso autore. Dal fin qui detto - egli scrive - si vede che, il concetto non solo corrisponde perfettamente al programma di concorso da non lasciare niente da desiderare, ma che quest'ùltimo vi è svolto in modo che tutto il monumento è una composizione artìstica.


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I mattoidi
Al primo concorso pel monumento in Roma a Vittorio Emanuele II
di Carlo Dossi (alias Carlo Alberto Pisani Dossi)
Sommaruga Roma
1884 pagine 47

   





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