) raddoppia il Palazzo di Venezia per farne una specie di tetro cassone intorno ad un cadàvere di monumento, ecc. ecc.
Tutti questi, però - mediocrissimi - nonchè altrettali, quantunque àbbiano scivolato nella stoltezza, non prèsentano segni abbastanza certi per poter dire che vi stanno di casa.
(8) Sarebbe interessantissimo di poter anche dare una descrizione psichica di questo battaglione di mattòidi, ma a far ciò occorrerebbe anzitutto di conòscerli personalmente. Quanto alle loro fisionomie, si può essere certi che nulla li distingue dall'uomo medio. La signora,: Tarnoswky, dottrice di grido che voltò in lingua russa il "Genio e follìa" di Cèsare Lombroso, opinerebbe che i mattòidi debbono avere una faccia diversa delle sòlite: gli studi, però, fatti dallo stesso Lombroso e da altri, pròvano invece che le fisionomìe pazzesche s'incòntrano più per eccezione che per regola, il che si comprende per due ragioni: la prima, perchè i mattòidi non sono mai pazzi negli atti e sono tutti compresi della propria importanza, la qual cosa, se mai influisce sulle loro fisionomìe, dà loro un'aria grave, serena, come di chi è pieno e persuaso di sè; l'altra, che, nella più parte, non sono tali per eredità, per malattie cerebrali ecc. ma solo perchè sulla piazza del mondo, con una forza come di 3 vògliono figurare per 300, quindi deviano dal sentiero battuto ed anche dal giusto, non avendo, in ogni caso, di morboso che una vanità sconfinata, unita ad un ìnfimo ingegno.
(9) Notiamo con soddisfazione come questo concetto ragionevolissimo di quanto il monumento sarebbe tenuto ad esprimere, dòmini nella quasi totalità dei bozzetti presentati al concorso.
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I mattoidi
Al primo concorso pel monumento in Roma a Vittorio Emanuele II
di Carlo Dossi (alias Carlo Alberto Pisani Dossi)
Sommaruga Roma 1884
pagine 47 |
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Palazzo Venezia Tarnoswky Cèsare Lombroso Lombroso
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