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      Don Carlomagno si spaurì.
      Voi seguitò la contessa nell'additarlo con l'ìndice oggi... poco fà... udiste e forse avete anche tenuti discorsi, mi duole d'insudiciarmi le labbra... rivoluzionari. No? allora leggeste qualcuno di que' lùridi fogli scritti da quei pieni-di-pulci di republicani... gente che non usa le brache, e si gloria!... canaglia...
      Ma no, signora mammina interruppe don Carlomagno.
      No? ribattè la contessa, studiàndolo con l'occhialetto Bene, andate
      Don Carlomagno fe' un tondo inchino, e rimase.
      Ho detto? esclamò la contessa.
      Vado balbettò mio fratello e si allontanò a ritroso.
      Mia madre se la sentì fumare. Balzò dalla sedia, e corse al contino. Quello, continuando a indietreggiare, s'addossò contro il muro.
      Oh il bel quadretto, Bertino! Là, mio fratello, un traccagnotto, alto come un granatiere di Prussia, tutto tremante; quà, rimpetto a lui, mia madre, donnettina dell'India, gli occhi fuor dalla testa, soffiando come una gatta.
      Conte! ella esclamò si vòlti! e, senza dargli un momento, lo fe' girare sui tacchi.
      Orrore! Don Carlomagno s'era tagliato il codino.
      Imàgina la signora mia madre! Fu, come se le avèssero tolto un quarto di nobiltà; non riuscendo a parlare, s'ajtò con le mani, e giù, una solenne guanciata al figliolo.
      Ho dùnque in casa un ribelle? gridò, non appena potè rinviare la lìngua Ed io! sono io che lo ha allattato! Cielo! che cosa ne avrebbe mai detto il vostro pòvero padre? Disonore degli Etelrèdi! e quì, sulla seconda gota di mio fratello, poggiò un altro splèndido schiaffo, forse per simmetrìa.


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Vita di Alberto Pisani
di Carlo Dossi
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