Di quì a tre notti, nell'ora in cui la luna è a mezzo della sua carriera, io fuggirò da' miei lari, tu per sèrica scala da' tuoi, e uniti spiegheremo le vele verso la lìbera terra, figlia del Gran Genovese...
la quale parafrasò il capitano salvo errore, è l'Amèrica... E in tal maniera aggiunse irritato si tenta, a furia di vili calunnie e frasi ipocritamente melate, di attossicare una candidìssima ànima, anzi! di rivoltarla contro a' suoi superiori, naturali e leggìttimi. Per la croce di Dio! non soffrirò mai si calpesti il mio onore. È una riparazione che esigo, pronta, completa. Che ne dice, madama?
Donna Giacinta, per vero, non sapeva che dire; ma già allungava la mano al campanello.
E sa di chi è? fece l'ex-militare, squadràndole innanzi il viglietto. Ne conosce il caràttere?
È inùtile... non ho gli occhiali disse la vecchia nojata.
Suo figlio! vociò il capitano.
Il mio ùnico figlio è morto oppose donna Giacinta.
Eh? chiese l'altro interdetto Ma e allora... questo Alberto Pisani?
Donna Giacinta stupì.
Infatti ella disse il nome è di un mio nipote.
Vede! sclamò trionfante il Balotta èccolo il seduttore.
Scusi! fece la nonna di Alberto non credo proprio sia lui. Diàmine! comincerebbe un po' presto... Pur tuttavìa, quando verrà dalla scuola...
Scuola? dimandò il capitano con un sobbalzo che scuola?
Ei fà la terza-ginnasio rispose donna Giacinta. E ha solo dòdici anni! aggiunse con compiacenza.
Marc'Aurelio Balotta si levò dalla sedia, pàllido, spaventato.
Accidenti!
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