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      Per esempio, Rico Fiorelli! a sentirlo, una sbòrnia ogni dì; sempre ribotte, sempre allegrìe; in fatto, si coricava a nov'ore e non si arrischiava, al caffè, oltre l'àqua di pomi. E Peppino Milesi? Peppino, è vero, sul corso, in compagnìa d'altra lattuga d'orto novello, avea risposto "va e lavora" a un pòver'omo sfinito che gli diceva "ho fame"; eppoi? poi rifece la strada in sua traccia e pianse non rinvenèndolo più. Così, di Giannetto Campana, il conte Ory, quel che a suo dire, eclissava il gran Turco: bene, v'accerto che le di lui prodezze amorose restàvano sempre al di fuori delle vetrine delle modiste, e de' balconi delle cantanti, come vi accerto che quella tal graffiatura alla mano ch'egli mostrava, segno di amore geloso di una tra le cento sue belle, era di gatto, gatto con quattro gambe. E aggiungo, che, navigato com'ei si vantava, un dì, saputo che nella stanza di mamma era una certa cugina, da anni e anni non vista, la quale passava per una stella-Diana, ei non osò uscir dalla sua.
      Ma Alberto, caràttere rococò, s'è insospettito de' suoi novi compagni, e da lor si dilunga. Egli credeva nel raccontino "le pere sane e la guasta" un buon avviso per chi ripone la frutta, ma non pensava che ad ogni qualùnque credenza dèvesi unire un màrgine largo per correzioni ed aggiunte.
      Forse, avess'egli incontrato un amico, chissà che altro sarebbe avvenuto di lui! certo, il non incontrarne, fu una disgrazia, chè la imaginazione di Alberto, a non soffocare, avea d'uopo uno sfogo, e inquantochè, mentr'ei viaggiava col capo di là delle nubi, era bisogno che, quì, un amico tenèssegli d'occhio i piedi.


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Vita di Alberto Pisani
di Carlo Dossi
pagine 177

   





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