Ma e se non fosse là pure?
Oh! allora, notte felice. Se qualche volta lo studio, a chi ha la presa divina, può non far male; a colui che ne manca, mai non fà bene. Inaffia il tuo ghiarone, concima! non caverai che de' sassi; i fiori tuoi, carta; i prati, saranno felpa.
Tuttavìa, poniamo che le qualità essenziali del genio sìano in te, basta? No. Lo schioppo caricato e montato ha d'uopo di che fàccialo esplòdere; per esempio, l'incontro con un'òpera somma, prodùssene altre; ecco dùnque un portato di quello studio, che poco sopra (vìvano le contraddizioni!) abbiamo detto non ùtile. E fuor dallo studio? Sì Cosa? Amore La biscia mettèvasi in bocca la coda; va e va per un labirinto d'idee, Alberto giungeva appunto sul luogo da cui s'era partito.
Amore, bene. Come il denaro, esso è coppella all'individuale natura; cretinizza lo sciocco; aggenia il talento. Ma tutto stà a trovarlo. Amore, già, non s'era mai scomodato a salire le scale del nostro giòvane amico, nè mai l'avea abbordato in istrada. E a dire che, se il destino ponea ch'egli, in età d'amore, avesse ad amare, ella, in questo vero momento, vivea... chi? dove?... e forse, ella pure sognava all'incògnito lui... Oh avèsser potuto, almeno l'ànime loro, preunirsi!
A buon conto, lo stare lì immusonito, fantasticando, non era un mezzo davvero d'anticipare sul tempo. Poetino mio, necessitava che ti mettessi bravamente in viaggio verso la folla. Non rinvenendo anche lei, v'avresti, se non altro, posato di tanto in tanto, le imaginazioni tue e tratto vigore e materia per altre.
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Alberto
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