I saltimbanchi vanno alla loro baracca. Ma, ivi, perchè la folla si arresta? È che là tira vento di rame. Ha bel strillare il donnone: "sotto, pòpolo generoso! si tratta della miseria di un dieci-centèsimi..." tutti rimàngono sodi. Corre quel diffidente sospetto, che è la prudenza di chi moltìssimo ignora e poco ragiona.
Alberto volle ròmpere il ghiaccio. Si fe' coraggio, e, camminato vèr la baracca là ove si stava a cassiere una tosuccia di circa otto anni, in bianco, con un visino stregato, gli occhi nerìssimi, lùcidi lùcidi forse dal lagrimare contìnuo, ed i braccetti nudi, che ricordàvano i bastoncini del tè buttò una moneta sul tondo.
Fu 'n soldo che diede un suono di argento.
Lei... prese a dire la bimba, tirando una falda di Alberto. Ma non disse di più. Il saltatore dalla mòtria affumata, avea grugnito con ira. Ella serrò le palpèbre come a tuono imminente, e Alberto, che s'era vôlto e avea egli pure compreso, tàque, e con stringicore seguitò la sua via.
Nòti chi si diletta a dipìngere come pezzi di tela e pali formàsser due lati della baracca; gli altri, un muro di orto. E, nell'interno, si vedèvano panche, un pajo di cavalletti con padelline di grasso e fumosa fiammella agli estremi, e un organetto guardato da un cane barbone: volta, quella del cielo.
Quanto però a spettatori, all'entrare di Alberto non si toccava la mezza dozzina. Senonchè, il panno tira il frustagno. "Va tu... vengo ancor io" appena Alberto fu entro, èbbevi ressa alla porta; e nella baracca, folla.
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Alberto Alberto Alberto Alberto
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