... mai... E tristamente, girava il collo del fiasco.
Tu! disse Alberto.
La ragazzetta alzò due occhioni neri e calamarenti.
Ti batteranno, eh? dimandò egli con una voce pietosa.
Ella bassò la testina, e sospirò.
Prendi fe' Alberto, rovesciàndole in grembo tutto che insaccocciava... e soldi di rame, e soldi di argento. Poi, fuggì via.
Due sguardi maravigliati e di riconoscenza lo accompagnàrono. Ei non li vide; li sentì.
E questi due sguardi sono ancor là, nel teatro, vivi, e pàrtono da quella pallidotta fanciulla, la quale come Alberto appariva si era levata a mirarlo.
Capitolo sesto
Tuttavìa, di questi riconoscenti sguardi, Alberto il quale avea raggiunto, a dritta, e presso della corsìa, il suo posto non èrasi accorto, o meglio, non sapeva di èssersi, chè, non è impossìbile che la sensitiva parte di lui se ne fosse, all'insaputa delle altre. Oh quante volte ci sovveniamo del viso, lungamente obliato, di tale, che viene in quella vèr noi, prima che la nostra pupilla il rifletta! oh quante, ci ritorna un motivo, canticchiato chissà dove lontano, prima che il nostro udito ne raccolga una nota! Bisogna crèdere dùnque ci sia qualch'altro senso oltre i sòliti cìnque... sarebbe il pre-sentimento? E, nel caso di Alberto, una prova, era il ricordo della infelice bambina.
Dal quale, un gran battimani lo trasse. L'uomo-caoutchouc avea trinciato, doppio, uno di que' tai salti, i quali, per alleccornir la vivanda, han nome mortali; in segno di grazie, pigliava ora la corsa per trinciarne de' nuovi.
| |
Alberto Alberto Alberto Alberto Alberto
|