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      Oè? t'innamora? dimandò ridendo Fiorelli Bene, quella brutta sàgoma là, e quel secchetto di uomo faccia a faccia con lei, fanno un sol pajo. Tenèvano drogherìa, sarà un dieci anni, sulla piazzetta di santa Polonia; si chiamàvan Del-Bò. Adesso, eh, ti leva il cappello, sono i signori baroni Del-Bue. Non han fatt'altro che trasportare l'insegna dalla bottega al calesso...
      Vorrei Alberto interruppe con un zinzino d'aceto diradare le nebbie che avvòlgono prudentemente le orìgini antiche di molte e molte nobilìssime case... Altro che drogherìa!... E quelle due appresso ai Del-Bò? sèmbrano bàmbole, n'è?
      Bravo! sono quello che sèmbrano. Roba da gioco, e da buttare poi via. Un magazzino all'ingrosso e al minuto. Ne vuoi?
      No, grazie. Di' ancora. Chi è quella... quella... (e quì Alberto, che voleva accennare alla dama in velluto, tra la vaghezza di udirne e la paura di udirne e dir male, titubò) quella signora... bellina... in quel palco a diritta, presso la porta di mezzo
      Fiorelli mirò il cannocchiale vèr lei. Alberto azzittì, e attese con batticuore.
      Diàvolo! Enrico esclamò, maravigliando di sè Non conosco...
      E conosci mezza città? chiese Alberto un po' in broncio.
      Ma non l'altra oppose Fiorelli (e, tornando a guardare:) magnìfica donna, per mìo! Vado a informarmi di lei.
      Dove?
      Là; nella corsìa che mena alle stalle; da colui che discorre coi cavallerizzi; non quello in sopràbito grigio; l'altro, il nero di barba, pàllido...
      Anzi, verde osservò Alberto Chi è?
      Un mio amico; il marchese Lotteringo Andalò; suppergiù, un buon ragazzo.


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Vita di Alberto Pisani
di Carlo Dossi
pagine 177

   





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