Poi, s'ode un passo che si slontana; poi, una porta che cricchia. Egli leva le mani dal volto; guarda: è solo. E geme "la povertà fà paura".
In qual maniera, si maritàrono dùnque? State a sentire. La conclusione par da comedia. Un prete Armeno (chi dice Greco, ma ciò nulla importa) apparve Deus-ex-màchina a Guido, e gli rimise, in nome di tale, morto pentito a Betlemme, una grossìssima somma, truffata, anni già molti, al babbo di lui. Il che era bene possìbile. La vecchia casa dei Sàlis, disordinata che mai, vincea per ladri il nuovo regno d'Italia; poi, l'Armeno produsse una filatèra di scritti; infine, prova senza risposta, era il pagamento sonante.
Bigia, or che pensi?
Penso che la Provvidenza è pur buona!... con l'ajutarla un tantino
E detta istoria venne poi anche raccolta da Alberto a pezzi e a pezzetti da bocche meno bugiarde di quella del marchese Andalò; principalmente da Enrico. E, per le molte lacune, era proprio il caso di dire:
Se imàgini cos'è,
c'è un gràppolo per te.
Ma, alla morale, il veleno. Come fuggire il confronto tra quella istoria a chiaroscuri e di amore, e la sua (di Alberto) morta di affetti e di un monòtono grigio? Più; e' sentiva che la comedia dei due giòvani sposi era bella e finita; e, se ancor non finita, il posto di lui era in platea: avrebbe parso, in sul palco, una quinta di selva in un scenario di sala.
Felicità stava con que' due cònjugi-amanti. A che buono turbarla?
Ma lì i pensieri di Alberto cambiàrono strada. Vìncere un cuore? egli? con quel disgraziato suo corpo?
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