e sospirò e singhiozzò Oh! foss'egli stato bello!... bello come un giòvane Dio pagàno. Èccolo venire all'incontro di una lunga fila di giovanette, poniamo un collegio, fiero, splendente E passa, lasciando dietro di sè, in ogni seno uno sbàttito, su d'ogni labbro un sospiro...
A notte, nei dormitori... il diàvolo.
Capitolo ottavo
Alberto, per i cìnque minuti, s'era condotto a vedere, con gli occhi solo del corpo, amore; non gli accordando di spìrito se non quel tanto per cui la carne potesse avere coscienza di sè. Accòrtosene, intorbidossi. E tornò, per puntiglio, in mezzo a' suoi cavalloni di legno.
Voleva egli perfetto amore da Claudia? Le ànime loro dovèano piacersi anzitutto. Un mezzo? Scrìvere un libro; giùgnersi a lei in ispìrito. In modo tale, Alberto, credèasi riconciliate le sue opinioni, e non si addava che la rerum essentia era una. Quì, al pari di là, essendo patrimonio comune agli sposi anche le res divinæ, avèasi e còito ed adulterio.
Bene, si scriva. Ma ecco sopravenire una folla di dubbi; i quali dubbi, in pieno, nàscono, non dal cervello, ma da un cert'osso in noi altri italiani pronunciatìssimo. Oh quante volte non si fà qualche cosa non reputàndosene atti! "dammi quel ferro" "pesa" e non s'è ancora toccato; come, per la medèsima inerzia, noi lavoriamo. Diffìcile è l'inviarsi e il restare.
E la pigrizia sotto forma di dubbi, d'indecisioni, di scoramenti, si die' a batostare col nostro amico.
Correva il mercoledì. Alberto cominciò a transìgere seco, mettendo la prima zappata al pròssimo lunedì. E come fare di meno di questo tratto di tempo, per preparare le penne, il calamajo, la carta?
| |
Dio Claudia Alberto
|