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      Ma intanto, per attutire la noja ch'egli si procurava, prese a frugare ne' vecchi suoi cenci, vo' dire nella raccolta delle òpere sue in versi ed in prosa; sopra la quale da anni morta la nonna e don Romualdo inciullito ci dormiva su il gatto: chi vuole darsi infatti la pena di lèggere a sè i propri pensieri?
      E Alberto ci ricorse con smania. Ahimè! rimàsene mortificato.
      N'è? potrebbe quì osservare qualcuna di quelle prudenti persone, le quali, a scanso di sbagli, non fanno mai niente Vedete la fretta, ragazzi? Fortuna che Alberto non avea peranco stampato!
      Ed io: ragazzi, ridètegli in muso. Per me v'àuguro, allorchè rileggete i vostri vecchi lavori, di ritrovarli ben brutti, e spesso; ciò, a casa mia, è buon segno. Sen duole Alberto? che importa! non ho mai sognato tracciarvi una falsariga di lui, ma unicamente un caràttere, scelto è vero di tra i più arlecchini. Tirando in lungo di fare, quando saremo su quel tale ripiano dove i pedanti danno vènia a chi osa, non sapremo di èsserci. Non si creda peraltro che il progresso sia in tutti; (lasciamo stare che alcuni divèntano grattaculi prima che rose); come del corpo, il quale a data statura fà il groppo, così, del nostro intelletto. Perciò, io vi giuro che le poesìe di Alberto avrèbbero ancora riscossi i battimani di donna Giacinta, Don Romualdo, e di moltìssimi altri.
      Il lunedì venne. L'amico nostro siedette a scrittojo. Ei si sentiva la testa piena di belle pensate, ma senza verso di sprèmerle; si die' con la penna a tormentar la stoppina; niente!


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Vita di Alberto Pisani
di Carlo Dossi
pagine 177

   





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