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      Ma, una notte, allo zčnit di un'orgia che rasentava i confini della ribalderģa, la biondģssima Giulia, assieme alla quale egli avea bevuto la vita, alzątasi con un far risoluto, teso il bicchiere, gridato "viva il..." cadde improvvisamente, senza compire la frase, all'indietro.
      Il cuore le si era spezzato. Martino svenne; fu chi credette per la fine di Giulia, e, invece, era per quella di lui! per quella di lui, che riapparivagli a un tratto. Egli avea gią spesi trent'anni; quanti gliene avanzava? altrettanti? oh il buffo!... e mettiamo pure quaranta, cinquanta... serriamo tutte le ante... cos'era? Un buffo del pari.
      No, non voglio morire giurossi Nč morirņ
      E con la foga della disperazione, a capofitto si rigettņ nelle naturali scienze, le quali, agli sforzi di lui, si aprģrono come l'onda a chi nuota. Ma l'onda mai non finiva. Dopo vent'anni di studio, feroce, senza una posa (dłnque vent'anni di morte) ei si trovņ ricco di non cercati segreti, capace di far di un cadąvere pietra, di sospčndere il corso dell'umano orologio e ravviarlo; anzi, dietro a un filo sicuro per costruirne a sua posta; nondimeno, impotente, e, quel ch'č pił, nudo a speranze di eternar quel bąttito, mosso in noi, primo, da... Da chi? Va te l'accatta! E intanto il corpo di lui avea perduto l'acciajo, la barba črasegli fatta grigia; ei si vedeva in lą molto su quello stretto sentiero, affondato tra insormontąbili muri e chiuso alle spalle man mano, entro di cui, noi vale il coraggio, non la viltą; voglia o non voglia, bisogna camminare in avanti, sempre, finchč un abisso c'inghiotte.


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Vita di Alberto Pisani
di Carlo Dossi
pagine 177

   





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