Pagina (89/177)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Senonchè, le parole di un prete fan sempre male a qualcuno, salvo a lui ben'inteso; per cui la casa del mago l'ebbe bianca a pigione. E a chi poi mi dimanda, come le portinaje, due beatocche e paurose, potèssero mai abitarla, rispondo con la ragione delle ragioni, che fuori non ne dovèano mèttere. Del resto, èrano bene ferrate: avèano intornavìa un arsenale di croci, aquasantini, agnus-dei, palme... e brigidini e rosari e candeluccie dipinte.
      E fu alla casa sudetta che il brougham di Alberto, partito dalla città, fermossi.
      Primo, s'aprì lo sportello a Paolino... Oè, marchesa Clemenza, non aggricciate le labbra, voi che tenete in sui pie', dietro la vostra carrozza, i servi, e che non stareste in bilancia, rinvenendo la moda, di sguinzagliàrveli innanzi. Epperchè, dite un po', con due còmodi posti al didentro, obbligare Paolino a schiacciarsi le coste a cassetta? Io v'assicuro che Alberto non s'aquistava un pulce di più.
      Uh! una livrea! esclamate.
      Chiedo perdono! Paolino non ne portava. L'amico nostro credeva, ed io con lui, già per sè umiliante la condizione di un servo, senz'aggiùngerle altro a rammentàrgliela continuamente, come ai vecchioni de' Luoghi Pii la verde mostreggiatura, la quale sembra lor dica "vivete di carità". Carità riesce ben dolce, ma a colui solo che dà. E almeno i pòveri vecchi ponno celar nell'ospizio la loro vergogna; i servi dèvono farne parata.
      Bene, Paolino ed Alberto smontàrono, e il primo, preceduto il secondo nella portinarìa, gridò:
      Il signorino Pisani


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Vita di Alberto Pisani
di Carlo Dossi
pagine 177

   





Alberto Paolino Clemenza Paolino Alberto Luoghi Pii Paolino Alberto Pisani