Le due portinaje, delle quali una era sull'iscoppiare e una sull'insecchire, stàvan cucendo pattine. Alzàrono il capo sorprese: forse non ricordàvano più di avere, loro e la casa, un padrone; e dimandàrono:
Il signore?
Pisani! tornò a gridare Paolino il figlio di don Alberto!
Oh verze e rape! fe' al servitore la magra, levando su da sedere Riverisco, padrone. Il figlio di don Alberto? Mò, guarda, Peppa, gli è tutto lui! tutto quel pòvero signor capitano!
Bò approvò la grassona lo stesso taglio di faccia, i medèsimi occhi!
Le pare? chiese Paolino ad Alberto.
Questi fece un ghignuzzo. Non dimandàvasi più "perchè le livree?"
Quanto alle donne, accòrtesi del loro marrone, rimàsero un istante confuse. Poi:
Già ebbe l'impudenza di dire la rinfichisecchita nell'appressarsi ad Alberto lei, padroncino, è proprio tutto suo padre!... l'occhio principalmente...
E Alberto con allegrìa:
Dùnque disse mio babbo ne possedeva uno nero e l'altro celeste? Un bel casetto, eh!
Atrio: pìccola porta interruppe Paolino, che, avendo scelto una chiave da un mazzo recato con sè, leggèvane il materòzzolo O dov'è questa porta?
Ma le due donne stèttero rinfrignite; dignitosamente in silenzio.
Dov'è? ripetè Alberto un po' brusco. Le portinaje s'affrettàrono allora a indicarla. E Paolino, mosso l'armadio che le avèano contro appoggiato, e dato giù un pajo di mani di chiavi e catenaccio e paletto, schiuse la via ad un atrio, a suolo di terra battuta, a tre comparti di volta, e chiaro per due mezze-lune già a vetri.
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