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      Paolino, nel mentre, fedele al suo ufficio, avea sbarrato una porta:
      Oh che riso e fagioli! esclamò Venga a vedere
      Alberto venne. E vide una stanzettina con tutta quella bizzarra e sospettosa parvenza, che una collezione di bielle, pairòli, caldari, fiaschi, pirotte, non della sòlita forma, dà; e che, più d'ogni altro, dànno e le storte e i lambicchi, fòssero pure stillando del tamarindo, del vigliacchìssimo tamarindo. Ma è sempre la medèsima storia; fortis imaginatio gènerat casum; un lavativo a sistema Éguisier, e anche non-Éguisier, può, tra il chiaro ed il bujo, con la sua sola fisionomìa, tògliere il fiato; ed io conosco un brav'omo, che, in mezzo a una strada fuori di mano, riuscì a vòlgere in fuga quattro assassini, mirando lor contro indovinate mò cosa? un salame. Quì poi, ad aumentar lo scuriccio, era un ammasso di libri, libri ben'inteso vecchi e ben'inteso oni, sparsi un po' dapertutto... sopra i fornelli... per terra... sugli scaffali... sul tàvolo...
      E Alberto dimandò il nome a qualcuno:
      E un primo frontispizio rispose "traité pour ôter la crainte de la mort et la faire désirer" e un altro "de propaganda vita puellarum anhèlitu" e un altro "ars moriendi" e un quarto "serraglio dei personaggi che vivèrono sècoli e ringiovanèttero" e un quinto "trinum màgicum sive arcana arcanìssima"; via via così, Alberto si trovò possessore di un manicomio di libri... màgica, astrologìa, ascètica... di Pietro d'Abano, Celso, Longino, Bailardo, Ottavio e Tomaso Pisani, Andalotto del Negro, Flàmel, Cardano, atque aliorum magnorum clericorum multorum.


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Vita di Alberto Pisani
di Carlo Dossi
pagine 177

   





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