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      Come farei più volentieri un cuffino!
      Giulio, allora, si avvicinava a lei con la sedia, e baciàvala in fronte. E cominciàvano a dire di que' bailotelli color mela poppina, cioccianti alle mamme di un'ampia nutrice. Eccome tenersi dal vezzeggiarli? dal mangiottarli di baci?... Ma, st! il bimbo ha distaccato la bocca dalla sua credenza e allenta le cicciose manine... Il sonno lo accoglie.
      E, spesso, Giulio e Antonietta passàvano verso le tre innanzi alle scuole del pomo; di cui, apèrtasi a un tratto la pìccola porta, rovesciàvasi fuori, come fantocci da un sacco, la melonìa de' scolaretti, isparpagliàndosi tosto per la contrada, a corsa, dimèntica già della noja sofferta, e tripillina e giojosa; e spesso, di dopo-pranzo, sedèvano tristamente su 'na panchetta ai Giardini, Gullìveri nuovi in mezzo alla gentile frugaglia del Lillipùt, che gibillava di su e di giù, vero moto perpètuo, senza fastidi, senza pensieri e tutta amica; là, a fare i grandi occhi intorno al bossolottajo, mago del buon comando; quà, a leccare il cucchiajo, il piattello e le labbra intorno a quel dal sorbetto dell'unghia, o a bevucchiare a due mani la consolina entro un tazzone; in ogni parte, correndo coi cerchi, coi pirla-pirla, coi draghi-volanti o sui bastoni dei babbi; facendo al signore e al soldato innocentemente, o a rimpiattino dietro le gonne dell'aje; mentre i popò dalle dande, che incominciàvano a sentirsi i pieducci, con l'agitar delle alette e la voce, credèvano còrrere anch'essi. Oh quanti maluzzi da unguento sputino, tavàne da pulci! oh liti, temporali di monte! oh dispettini e capricci e cattiverie adoràbili! oh paci! senza riserve, senza capi segreti.


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Vita di Alberto Pisani
di Carlo Dossi
pagine 177

   





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