E Ines passò di saluto in augurio, di augurio in abbraccio, ed ebbe una scorta di baci tale, che, se di labbra coi baffi, avrebbe tornato la vita a chissà quante inamate!... Così, baci perduti.
Tuttavìa, Leopoldo si rimaneva in carrozza.
Il tuo signore fratello notò Giorgina Tibaldi, sinceramente, all'amica è un gran bel magnìfico giòvine, ma a cortesìa... ve' scusa... è americano... un po' troppo
Ines tàque. Condotta dall'avvocato e dalla rettrice, scese le scale e salì il montatojo. Ella non si era messa alla via: solo, si avea gettato in ispalla una mantiglia a cappuccio. Ma la beltà non chiede altro che luce: oh conoscèsser le belle qual male fanno gli specchi! E Ines, in disabbiglio, appariva sì seducente, sì voluttuosa, che il giovanotto, impaurito, tòltosi dapresso lei, siedette all'opposto. E fece:
Oh avvocato (con una voce ansia, affogata) venga!... la prego
Il Camoletti ringraziò vivamente, ma si scusò:
Se si ricorda aggiunse abbiamo quest'oggi a trattare dell'eredità di sua zìa.
Maledette le càuse! fe' a mezzo tono Leopoldo, occhieggiando con ira, e serrò lo sportello di colpo.
La carrozza partì.
Il giòvane, allora, si ricacciò nel suo canto; e alla sorella disse, che la stracchezza il vincea... Dopo una stranottata, si sa!... dùnque, di tenerlo iscusato se si metteva... a dormire.
Ines, nulla rispose.
E, in modo tale, si trottò via quattr'ore. Di tutti i viaggi di lui, faticosìssimi, lunghi, niuno il spossò più di questo.
V.
Nè era certo in villa con lei, che Leopoldo dovea trovare riposo.
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