Si alzàrono lentamente le palpèbre di lei, e scopèrser due occhioni, nuotanti in negri stagni di duolo.
Sorella riappiccò egli a fatica, in tono alterato sono ancor quì... perchè... perchè non ti posso stare lontano... quando tu soffri. E, che tu soffri, io so.
Ma no ella disse con un filo di voce.
Sì! egli fece, in uno scoppio di rabbia or perchè contradici?... Atrocemente soffri. Io leggo negli occhi tuoi, ebri; nella tua faccia patita, colore di perla; in questo tuo istesso singulto. Eppoi, conosco il tuo male
Ines sorrise pallidamente.
Tu spàsimi di amore
Ella ne sobbalzò; si raddrizzò sulla vita, e, serràndosi al cuore le mani, quasi per ratenerlo, chè le parea fuggisse, gridò: no.
Sì! ripetè Leopoldo con un riflesso d'incendio nelle pupille, piantàndosi innanzi a lei non mentire a me! Tu spàsimi d'amore per... per tale, che io odio, che io schiaffeggerò, ucciderò (e accennava come a sè stesso) per... (e si stravolse la lìngua) Emilio...
Ma oltre non disse. Ella il guardava, schiettamente stupita; ed ei ne ebbe un sussulto e di gioja e dolore.
Dùnque, chi è? disse, piegàndosi sopra di lei, strette le pugna.
Ines era un trèmito solo.
Voglio saperlo egli fece voglio!... hai capito?
Il viso della fanciulla sformossi, pigliò la strana gonfiezza del viso di un folle. E una ràuca voce esclamò "te"; e un bacio, incandescente carbone, arse per sempre un sorriso.
Ma, non ascònderti, o luna!
A pena Leopoldo ebbe toccata la sua contro la bocca di lei, che si ritrasse atterrito, cacciò le mani ai capegli, fuggì Caìno d'amore.
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Leopoldo Emilio Leopoldo Caìno
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