Pagina (167/177)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Nè ricordava le pene della imaginazione.
      E cominciò a lagrimare e gli venne "un desìo di morte tanto soave" che il viso gli scolorì. Nelle quali stanchezze di cuore, pietà lo stringeva. Pigliò compassione del pòvero libro rimasto per terra col cartone all'insù, e arrossì. Che ci poteva la crosta, s'ei non avea più denti? sì che il raccolse, lo accarezzò, lo riaggiustò nelle pieghe, e gli chiese perdono.
      Poi, stette assorto alcun tempo... Ma, a un tratto, si scosse e gridò "vado in China!" non ricordando, l'amico, ch'egli viaggerebbe con sè.
      E fu questa un'idea che gli nàque in cervello, abbigliata ed armata, siccome in Giove, Minerva. Con la foga febbrile con cui principiava ogni cosa, salvo a lasciarla ammezzata per intraprènderne altre, in men di tre giorni, avea al suo agente fatto procura, e, a sè, provvisto informazioni e denaro.
      Tira fuori i bauli comandò a Paolino Tutti aggiunse.
      E Paolino, scendèndone alcuni dai spazzacasa traèndone altri dai sotto-scala e altri ancor dagli armadi, giunse a riunirne un congresso di ogni forma e misura nell'anticàmera.
      Chè, a fianco di uno, vestito in tela grigiastra, quà e là segnata dai bolli della via ferrata e dagli indirizzi-réclames degli alberghi, se ne vedeva uno grosso, nero, dalle pesanti maniglie, con un lato in iscarpa, già di una berlina scomparsa. Esso era un vecchio di casa. Comprato da don Gelasio Pisani, il nonno, avea seguito i genitori di Alberto nel lor viaggio di nozze. Pur non avea potuto ingraziàrseli mai. "Va, sei ben goffo!


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Vita di Alberto Pisani
di Carlo Dossi
pagine 177

   





China Giove Minerva Paolino Paolino Gelasio Pisani Alberto