Il fatto di avere a disposizione, quasi improvvisamente, un nuovo mezzo di guerra, di carattere ancora non perfettamente definito e con caratteristiche completamente diverse da quelle di tutti gli altri mezzi di guerra, doveva, inevitabilmente, produrre, come produsse, delle incertezze nel suo impiego.
Nel nuovo mezzo si vide, più che altro, un qualche cosa che poteva riuscire utile per agevolare l'impiego di altri mezzi di guerra già esistenti, e, per lungo tempo, relativamente, si negò perfino la possibilità della lotta nell'aria.
Poiché l'aereo domina ed ha grande velocità di traslazione, una delle prime idee che sorse fu quella di impiegarlo come mezzo di esplorazione e di ricognizione. Poi sorse quella di impiegarlo come mezzo di controllo del tiro d'artiglieria. Siccome dall'alto non solo si vede bene, ma si colpisce anche facilmente, e dato che l'aereo può sorvolare le linee nemiche, si pensò di usarlo come mezzo per offendere l'avversario sulle sue linee ed oltre, ma, a questo genere di azioni non si dette mai una grande importanza, anche perché, da principio, gli aerei più usati - gli aeroplani - non potevano trasportare che un piccolo peso di materiali offensivi.
Ma siccome si sente la necessità di reagire contro qualsiasi azione il nemico compia, così si sentì il bisogno di opporsi alle azioni aeree nemiche, e nacquero le difese antiaeree e la così detta aviazione da caccia.
Mano mano, per rispondere alle necessità aeree, fu necessario accrescere le forze aeronautiche, e, poiché queste necessità venivano a manifestarsi durante una guerra di carattere grandioso, l'accrescimento fu rapido e tumultuoso, ma non sempre logicamente ordinato, e permase il concetto che i mezzi aerei avessero essenzialmente lo scopo di agevolare ed integrare l'impiego dei mezzi guerreschi di terra e di mare.
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