La Germania, durante la sua preparazione alla guerra, dovette considerare il caso di essere costretta a far fronte a più nemici, ed il vantaggio che, in tale circostanza, essa avrebbe potuto ottenere da una sistemazione difensiva tale che le permettesse di trattenerne una parte col minimo delle forze per gettarsi contro l'altra col massimo delle sue forze. Studiò perciò questa sistemazione e l'attuò non appena le circostanze la dimostrarono necessaria, dando chiaramente a divedere come essa, se mantenevasi ben salda nel principio che la vittoria non può ottenersi che coll'offensiva, non disconosceva il valore della difensiva sia in sé, sia nei rapporti stessi coll'offensiva.
La grande preponderanza di forze che si dimostrò necessaria all'offensiva per rompere l'equilibrio, mentre rendeva più difficile l'offensiva, in modo indiretto l'agevolava, nel senso che permetteva rendere sottilissime le proprie linee difensive per raccogliere la maggior massa di forze nella zona in cui si intendeva svolgere l'offensiva. Tutto il giuoco strategico dei tedeschi si ridusse a ciò: trattenere, con poche forze ben sistemate a difesa, una parte dei nemici per attaccare l'altra parte colla massa delle forze; e questo giuoco riuscì loro abbastanza spesso e per lungo tempo.
L'Intesa, colta d'improvviso dalla sorpresa, si illuse, non appena vide che era riuscita, non ostante la sua manifesta impreparazione, ad arrestare la marcia tedesca verso il cuore della Francia e ritenne di poter vincere con sufficiente facilità così che non fece subito tutto ciò che sarebbe stato necessario fare e che fu costretta a fare successivamente.
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