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      La forma speciale presentata dalla grande guerra fu dunque dovuta essenzialmente ai perfezionamenti conseguiti dalle armi da fuoco negli ultimi decenni. Ora, se non fossero intervenuti fatti nuovi, poiché il perfezionamento non si arresta, la forma della guerra avvenire dovrebbe presentare i caratteri generali della guerra passata, salvo una maggiore accentuazione. Ossia sarebbe lecito prevedere un ulteriore accrescimento dei vantaggi dell'attitudine difensiva, e, perciò, una difficoltà ancora maggiore per conseguire la rottura dell'equilibrio necessaria a fornire la vittoria.
      Se ciò fosse, noi ci troveremmo in ottime condizioni, possedendo una salda frontiera e non nutrendo velleità di conquista. Noi potremmo cioè, con forze e mezzi molto limitati, provvedere alla difesa del nostro territorio, anche contro attacchi di forze molto superiori, sicuri di poter guadagnare il tempo necessario per far fronte alle ulteriori esigenze del conflitto.
      Ma ciò non è. Le nuove armi, come vedremo, capovolgono completamente la situazione perché esaltano, in modo superlativo, i vantaggi dell'attitudine offensiva, deprimendo, se non annullando addirittura, quelli dell'attitudine difensiva, e togliendo, a chi non si trovi già preparato e pronto, il tempo ed i mezzi di provvedere. Nessuna corazza è possibile opporre a queste nuove armi che possono giungere, rapide ed improvvise, al cuore nemico, inferendogli il colpo mortale.
      Di fronte a questo capovolgimento, che rende più facile il poter scendere in lotta e, perciò, più probabili le guerre perché più alla portata di quei popoli che tendono al predominio, e che non ammette esitazioni né pentimenti, è necessario arrestarci pensosi e chiederci, colla massima serenità, ma anche colla massima ansietà, quale è la via da seguire per provvedere alla Difesa nazionale in modo veramente efficace.


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Il dominio dell'aria
di Giulio Douhet
De Alberti
1927 pagine 207

   





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