Maggiore G. Douhet. Estratto dal giornale: "La preparazione", Roma, 1910).
Oggi, dopo la grande guerra, non ho una parola da modificare a quanto scrissi undici anni fa: il tempo ha confermato le mie deduzioni, non ostante che il concetto del dominio dell'aria non si sia ancora affermato chiaramente.
Di ciò la colpa non è mia, e tale concetto, come non poteva mancare, va oggi affermandosi rapidamente. Specialmente fuori d'Italia.
CAP. VII
LE CONSEGUENZE ESTREME
Conquistare il dominio dell'aria vuol dire vincere, ed essere battuti nell'aria vuol dire essere vinti e costretti ad accettare quelle qualsiasi condizioni che al nemico piaccia imporci.
Questa affermazione, che per me rappresenta l'evidenza stessa, si presenterà sempre più vera agli occhi dei lettori mano mano che scorreranno questo studio, che, discendendo dal generale al particolare, la chiarirà in modo, spero, completo.
Da tale affermazione si trae immediatamente questo primo corollario:
Per assicurare la Difesa nazionale è necessario e sufficiente mettersi nelle condizioni di conquistare, in caso di confitto, il dominio dell'aria.
Dal quale deriva, necessariamente, questo secondo corollario:
Tutto ciò che una nazione è disposta a fare per assicurare la sua difesa deve venire diretto allo scopo di provvederla di quei mezzi che, in caso di conflitto, sono adatti alla conquista del dominio dell'aria.
Ogni sforzo, ogni energia, ogni risorsa distratta da questo scopo essenziale, rappresenta una probabilità in meno di conquistare il dominio dell'aria, una probabilità in più di venire, in caso di guerra, sconfitti.
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