Io chiedo, per ora, unicamente che si incominci a dare alle forze aeree l'importanza che esse meritano - ed in Italia siamo ancora molto lontani da ciò - e che si adotti il seguente concetto di natura media e transitoria:
Tendere alla progressiva diminuzione delle forze terrestri e marittime ed al progressivo accrescimento delle forze aeree atte alla conquista del dominio dell'aria.
Concetto che ci avvicinerà tanto più alla realtà quanto più la tendenza sarà decisa verso i limiti estremi.
La vittoria arride a chi precede le trasformazioni delle forme della guerra, non a chi si adatta alle trasformazioni stesse. In questo periodo di passaggio brusco da una forma ad un'altra completamente diversa, chi per primo si getterà arditamente e decisamente sulla nuova via godrà di un vantaggio incalcolabile, perché godrà di tutto il vantaggio che la nuova forma dà sulla vecchia.
La nuova forma della guerra, esaltando all'estremo i vantaggi dell'offensiva, produrrà inevitabilmente una rapidissima decisione dei conflitti armati. Chi non si sarà preparato a combattere la nuova guerra, non avrà più il tempo, non di prepararsi, ma di orientarsi. Chi, per primo, sarà preparato alla nuova guerra, potrà ottenere la vittoria non solo rapidamente, ma coi minimi mezzi e coi minimi sacrifici. Quando la trasformazione sarà completa, la guerra, pur rapidamente decidendosi, impegnerà forze aeree sempre più formidabili; ma, nel periodo di transizione, sarà sufficiente una forza limitata per annullare completamente il valore dell'esercito e della marina avversaria, e vincere.
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