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      In complesso gli apparecchi da combattimento debbono possedere caratteristiche di velocità, di raggio d'azione e di quota di volo, se pure superiori, dello stesso ordine di grandezza di quelle degli apparecchi da bombardamento: da ciò si deduce che possono, nel loro insieme, essere poco differenti da questi ultimi, e cioè risultare capaci di trasportare un carico piuttosto rilevante, oltre quello dato dai materiali di consumo dell'apparato motore.
      Questo carico piuttosto rilevante deve venire utilizzato per conferire all'apparecchio da combattimento la massima potenza di fuoco, e, se possibile, una certa protezione.
      La massima potenza di fuoco si ottiene moltiplicando le armi a bordo e disponendole in modo da poter concentrare la massima quantità di fuoco in tutte le direzioni.
      Una certa protezione si ottiene blindando leggermente le parti più vitali dell'apparecchio. Certo sarebbe assurdo pretendere una blindatura che preservasse da tutti i colpi; nulla vieta, invece, anche con blindature leggere, proteggersi da una grande quantità di colpi di schiancio.
      È chiaro che apparecchi concepiti in questo senso possono presentare agli attacchi aerei intensità di fuoco di gran lunga superiore a quella degli apparecchi caccia, e quindi, rispetto al fuoco - e cioè rispetto a ciò che interessa - essere loro superiori.
      Se si possiede un apparecchio da bombardamento capace di due tonnellate di bombe, è evidente che si può possedere un altro apparecchio, con velocità, raggio d'azione e quota di volo leggermente superiori, capace di una sola tonnellata di bombe.


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Il dominio dell'aria
di Giulio Douhet
De Alberti
1927 pagine 207