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      A quale ora formarla?
      Questo tipo d'azione, per quanto abbia una apparenza offensiva, č ancora sostanzialmente difensiva, e della difensiva possiede tutti gli svantaggi. Attaccare, rispetto all'arma aerea, deve intendersi attaccare bersagli sulla superficie, bersagli che non si muovono, che si possono quindi offendere, sempre che piaccia, senza bisogno di cercarli, bersagli che, pur sulla superficie, rappresentano le fonti e le condizioni di vita delle forze aeree avversarie.
      Sul mare le condizioni si presentano differenti. Le basi navali vengono fortemente protette con mezzi che impediscono la loro distruzione per opera delle forze navali avversarie. Questo fatto porta alla maggiore importanza degli scontri navali rispetto alle possibili azioni contro gli obbiettivi terrestri. Ma le cose cambierebbero completamente se le basi navali non potessero venire protette, e se potessero, invece, venire distrutte in breve ora da forze navali.
      In questo caso, siccome la distruzione delle basi navali importerebbe l'annullamento o quasi del valore della flotta combattente, converrebbe, anzitutto, cercare di distruggere queste basi - provvedendosi di mezzi adatti, - e non giā disdegnare le basi e limitarsi a cercare la flotta nemica per affondarla.
      Provvedersi di una forza aerea intesa solo a combattere nell'aria, mentre non assicura il proprio territorio ed il proprio mare dalle offese aeree nemiche, esclude ogni possibilitā di offendere il territorio ed il mare nemico: pone quindi in stato di assoluta inferioritā.


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Il dominio dell'aria
di Giulio Douhet
De Alberti
1927 pagine 207