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      L'unica veramente efficace difesa aerea non può che essere indiretta, e cioè consistere nel diminuire la potenzialità offensiva delle forze aeree nemiche. Il mezzo più sicuro e più efficace per ottenere questo scopo è quello di distruggere le fonti dell'attività area nemica, fonti che si trovano sulla superficie. È sempre lo stesso principio che domina: è più agevole distruggere la potenzialità aerea nemica distruggendo i nidi e le uova dei volatori che non cercando i volatori nell'aria per abbatterli. Tutte le volte che ci si scosterà da questo principio si commetterà un errore.
      Quindi, anche chi non abbia altro scopo se non di difendersi, deve provvedersi di una Armata Aerea capace di esercitare le più potenti offensive contro bersagli situati sul territorio e sul mare nemico, ossia provvista di unità da bombardamento.
      Resta la difesa, dirò così, locale, ossia la difesa di punti singolarmente importanti del proprio territorio e del proprio mare. Questa difesa, in linea teorica, potrebbe effettuarsi in due modi: o impedendo l'effettuarsi dei bombardamenti nemici, o riparando i bersagli dall'effetto dei bombardamenti stessi.
      Quest'ultimo appare subito inattuabile: non è possibile incavernare città, stazioni, porti, magazzini, basi ecc. Il primo non può risultare che di una efficacia molto relativa. Di fatto, per tenere lontani gli aerei nemici da un determinato obbiettivo si possono, teoricamente, opporre agli aerei nemici mezzi agenti dalla superficie o mezzi aerei, cioè cannoni contraerei o unità aeree impiegate a scopo difensivo.


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Il dominio dell'aria
di Giulio Douhet
De Alberti
1927 pagine 207

   





Armata Aerea