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      Per conto mio - e del resto l'esperienza della guerra lo ha dimostrato - ritengo che l'impiego dell'artiglieria contraerea si risolva unicamente in un inutile disperdimento di energie e di risorse.
      Per quanto riguarda le unità aeree a scopo difensivo, occorre rammentare che, se l'Armata Aerea avversaria opera correttamente, si presenta in massa; perciò occorrerebbe che le unità aeree a scopo difensivo presentassero almeno una forza uguale alla massa delle unità da combattimento dell'Armata nemica.
      Per difendere efficacemente tutto il territorio ed il mare minacciato, occorrerebbe quindi una forza aerea due, quattro, dieci, venti, cento volte più potente della forza complessiva delle unità da combattimento dell'Armata Aerea avversaria attaccante, a seconda della vastità della superficie minacciata, ossia occorrerebbe, per ottenere un risultato negativo, spendere una quantità di risorse di molto superiore a quella che occorre all'Armata Aerea nemica per ottenerne uno positivo. Ciò dimostra chiaramente che conviene spendere piuttosto queste risorse per uno scopo positivo, cioè offensivo.
      In conclusione, neppure la difesa locale, di fronte alle offese aeree, è attuabile, e tutto ciò che si spende a tale scopo è contrario all'economia della guerra, poiché speso diversamente risulterebbe, ai fini della guerra, più redditizio.
      La guerra aerea, presa nel suo vero significato, non ammette difesa, ammette solo l'offesa: bisogna rassegnarsi alle offese che il nemico ci infligge, per utilizzare tutte le risorse disponibili allo scopo di infliggere al nemico offese maggiori.


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Il dominio dell'aria
di Giulio Douhet
De Alberti
1927 pagine 207

   





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