La notizia di ciò che è avvenuto nei centri colpiti si diffonde ai centri risparmiati, che sentono la possibilità di venire colpiti nel giorno dopo, nell'ora che segue. Qual forza d'imperio può riuscire a mantenere l'ordine in centri così minacciati, come far funzionare regolarmente i servizi, come produrre nelle officine? E se pure una parvenza di ordine può mantenersi ed un qualche lavoro può eseguirsi, non basterà la vista anche di un solo aeroplano nemico per indurre panici formidabili? La vita normale non può svolgersi sotto l'incubo perenne della morte e della distruzione imminente.
E se, nella seconda giornata, altri 10, 20, 50 centri vengono colpiti, chi potrà ancora tenere le popolazioni smarrite dal gettarsi alle campagne, per sottrarsi dai centri che costituiscono i bersagli del nemico?
Necessariamente un dissolvimento deve prodursi, un dissolvimento profondo di tutto l'organismo, e non può mancare di giungere rapidamente il momento in cui, per sfuggire all'angoscia, le popolazioni, sospinte unicamente dall'istinto della conservazione, richiederanno a qualunque condizione, la cessazione della lotta.
Forse prima che l'esercito abbia potuto mobilitarsi e la flotta uscire dai porti.
Ed al lettore, cui sembri che in questo quadro io abbia caricato le tinte, rammento che cosa è avvenuto, per esempio, a Brescia nel momento in cui si svolgevano i funerali delle vittime del bombardamento aereo di qualche giorno prima, bombardamento trascurabile di fronte a quelli che prospetto, in seguito al panico prodotto nella folla da un uccello che, agli occhi esaltati di qualcuno, venne scambiato per un aeroplano.
| |
Brescia
|