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      L'errore di manovra può, naturalmente, capitare a qualunque quota, ed all'errore di manovra il pilota, che conservi sangue freddo, può riparare se ha abbastanza spazio sotto di sé. Se invece manca di sangue freddo, può insistere sull'errore di manovra e, non ostante la quota sufficiente, perdersi ugualmente.
      Dal complesso risulta che la navigazione aerea è tanto più sicura quanto più si svolge ad alta quota.
      Ma si osserva che, se si riuscisse ad impedire che il pilota, colla sua azione volontaria od involontaria, mettesse l'apparecchio fuori delle sue condizioni di equilibrio, si toglierebbe più della metà delle cause che producono accidenti di volo.
      Vi è perciò una tendenza a rendere automatico l'equilibrio degli apparecchi in volo, mediante vari sistemi che qui è inutile riferire.
      L'aeroplano ad equilibrio automatico ridurrebbe la sua conduzione alla semplicità della conduzione di un'automobile, e cioè ad un acceleratore onde accrescere la potenza del motore per salire o diminuirla per discendere, e ad un volante di direzione per piegare a destra od a sinistra.
      A questo perfezionamento si giungerà certamente. Fino dal 1913 venne costruito nelle officine militari di Vizzola un apparecchio che, appunto, semplicemente con un acceleratore ed un volante di direzione, partiva, volava ed atterrava(5).
      Tale apparecchio, che non consentiva al pilota di fargli perdere l'equlibrio e reagiva convenientemente sotto l'impulso delle forze perturbatrici dell'atmosfera, segnò il record mondiale del volo automatico di maggiore durata (oltre un'ora).


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Il dominio dell'aria
di Giulio Douhet
De Alberti
1927 pagine 207

   





Vizzola