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      Perciò se la potenza di un motore è uno al livello del mare, scende, salendo, gradatamente a 1/2 raggiungendo i m. 5000, e ad 1/10 raggiungendo i m. 18.000 di quota.
      Il fenomeno è più complesso, ma quanto ho detto basta a far comprendere come, in causa della rarefazione dell'aria, la potenza di un motore decresce man mano che si solleva di quota.
      Ciò spiega perché ogni tipo di aeroplano possiede, come si dice, un determinato plafond, ossia non può salire oltre ad una certa quota. A quella quota, il motore ha perduto tanta parte della sua potenza da non averne più per far salire l'aeroplano.
      Per conservare inalterata la potenza del motore alle diverse quote - in linea teorica - occorrerebbe, dunque, che esso potesse assorbire, a qualunque quota, aria alla stessa densità, ed alla densità che ha l'aria al livello del mare. Per ottenere ciò - sempre in linea teorica - sarebbe sufficiente, man mano che la densità dell'aria diminuisce, comprimere l'aria di alimentazione del motore fino alla densità uno - densità al livello del mare.
      Gli studi per risolvere praticamente questo problema sono in corso presso tutti i tecnici del mondo, e nulla vieta pensare che, un giorno o l'altro, venga risolto felicemente, se non raggiungendo il limite teorico, avvicinandosi ad esso sufficientemente.
      Ma siccome la resistenza dell'aria è proporzionale alla sua densità, se la resistenza è uno al livello del mare, diventa, all'ingrosso, 1/2 a m. 5000 ed 1/10 a m. 18.000.
      Quindi, se si riuscisse a mantenere la potenza del motore indipendente dalla quota, un aeroplano, capace di volare a livello del mare colla velocità di km.


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Il dominio dell'aria
di Giulio Douhet
De Alberti
1927 pagine 207