Ora, in guerra, ciò è inutile, è non solo superfluo, ma dannoso, perché potrebbe essere impiegato utilmente in altro modo.
Tanto è che nel Capo VII affermavo: "ogni sforzo, ogni energia, ogni risorsa distratta da questo scopo essenziale (la conquista del dominio dell'aria), rappresenta una probabilità in meno di conquistare il dominio dell'aria, una probabilità in più di venire, in caso(12) di guerra, sconfitti. Ogni distrazione dallo scopo essenziale rappresenta un errore.
Consideravo quindi errore il conservare l'aviazione ausiliaria inefficiente alla lotta per il dominio dell'aria, ma ne ammettevo l'esistenza per non turbare troppo le menti sostenendo un salto troppo deciso e cioè la necessità di abolire l'aviazione ausiliaria - unica ammessa e concessa allora - e la costituzione di una sola aviazione indipendente rappresentante una novità assoluta che la guerra non aveva generato.
Ma pur ammettendolo, per tattica non volli entrare in merito ad essa, e, di fatto, nel Capo XIX scrissi: "Avendo dichiarato che l'organizzazione dell'aviazione ausiliaria è di competenza dell'Ente che presiede alla organizzazione rispettivamente dell'Esercito e della Marina, non entrerò assolutamente in merito ad essa", e dichiarai che l'aviazione ausiliaria dell'Esercito e della Marina dovevano:
1°) comprendersi, rispettivamente, nei bilanci dell'Esercito e della Marina;
2°) venir messe alla diretta dipendenza, rispettivamente, dell'uno e dell'altra, in modo completo ed assoluto, a cominciare dall'organizzazione per finire coll'impiego"
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Capo VII Capo XIX Ente Esercito Marina Esercito Marina Esercito Marina
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