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      Ciò era logico, ammesse le aviazioni ausiliarie, ma per me aveva uno scopo più lontano. Io pensavo che quando si fosse formata una A. A. di reale valore e quando l'Esercito e la Marina fossero stati costretti a trarre dai rispettivi bilanci i mezzi per costituire la propria aviazione ausiliaria, quando le autorità militari terrestri e marittime fossero state obbligate a studiare seriamente l'organizzazione e l'impiego delle proprie aviazioni ausiliarie, si sarebbe automaticamente giunti alla conclusione che dette aviazioni sono inutili e perciò, più che superflue, dannose all'interesse generale.
      Tali sono le ragioni essenziali che allora mi trattennero dal dichiarare, come dichiaro ora, che l'unica forza aerea che abbia ragione di esistere è l'Armata Aerea.
     
      Coll'espressione "Armata Aerea", io intendo - e mi sembra di averlo ben chiarito fino dal 1921 - non una qualsiasi forza aerea capace di compiere una qualsiasi azione di guerra, ma bensì: una forza aerea adatta alla lotta per la conquista del dominio dell'aria; e coll'espressione "Dominio dell'aria" non intendo una qualsiasi supremazia nell'aria od una qualsivoglia preponderanza ma bensì: "quello stato di fatto per il quale ci si trova in condizioni di volare di fronte ad un nemico incapace di fare altrettanto"
      Ora, dato il significato che io dò a queste espressioni, la seguente affermazione risulta assiomatica:
      Il dominio dell'aria fornisce, a chi lo possiede, il vantaggio di sottrarre tutto il proprio territorio e tutto il proprio mare alle offese aeree nemiche e di assoggettare tutto il territorio e tutto il mare nemico alle proprie offese aeree


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Il dominio dell'aria
di Giulio Douhet
De Alberti
1927 pagine 207

   





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