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      Perciò la nostra A. A., ogni volta che muoverà direttamente all'offesa di un bersaglio superficiale interessante la potenzialità aerea dell'avversario, qualunque cosa questo faccia, apporterà una diminuzione della sua potenzialità aerea.
      La riduzione a zero della potenzialità aerea avversaria, ossia la conquista del dominio dell'aria, sarà ottenuta tanto più rapidamente quanto più la nostra A. A. agirà intensamente, possederà maggiori mezzi distruttivi contro la superficie e sceglierà più oculatamente i propri bersagli.
     
     
     * * *

     
      Contro l'azione di questa nostra A. A. quale azione potrebbe svolgere l'A. A. avversaria?
      Tentare di opporsi direttamente alla nostra azione?
      Evidentemente no, perché o non riuscirà ad incontrarci ed agirà a vuoto, o riuscirà ad incontrarci e sarà battuta.
      Tentare, a sua volta, offensive aeree sul nostro territorio o sul nostro mare, cercando di sfuggire il combattimento?
      Evidentemente altro non può fare, perché, a meno che non riesca a sfuggire il combattimento, riuscirà ad arrecarci offese che si possono risolvere in una diminuzione della nostra potenzialità aerea.
     
     
     * * *

     
      La lotta per la conquista del dominio dell'aria - ossia la guerra aerea - fra due A. A. di differente potenza in mezzi di combattimento presenterà queste caratteristiche:
     
      1°) l'A. A. più forte in mezzi da combattimento, in grado di imporre la propria volontà, non vincolata all'azione nemica, agirà con piena libertà di manovra, scegliendo quei bersagli che riterrà più utili al suo scopo;


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Il dominio dell'aria
di Giulio Douhet
De Alberti
1927 pagine 207